Infezioni Ospedaliere da Enterococchi e Risarcimento

Risarcimento per infezioni da Enterococchi

Gli Enterococchi fanno normalmente parte del gruppo di batteri presenti nell’intestino umano. Il nome Enterococcus deriva dal greco e si può scomporre in due parti: “entero” che significa “intestino” e “coccus” che significa “grano” o “bacca”. Il termine indica quindi un batterio di forma sferica che si trova comunemente nel tratto intestinale. In persone sane sono innocui, ma in pazienti ospedalizzati o con condizioni di salute delicate possono causare problemi come endocarditi, sepsi e infezioni urinarie o possono essere associati a peritoniti ed ascessi addominali. Esistono oltre 50 specie di Enterococchi, ma le più comuni e rilevanti in ambiente ospedaliero sono Enterococcus faecalis ed Enterococcus faecium, ritenuti tra i principali responsabili di infezioni nosocomiali. Gli enterococchi mostrano un preoccupante aumento della resistenza a molti antibiotici comuni, rendendo le infezioni sempre più difficili da trattare e, in alcuni casi, potenzialmente letali. Se un ospedale non riesce ad adottare rigorosi protocolli per prevenire la diffusione di queste infezioni, specialmente in reparti ad alto rischio come le terapie intensive ed un paziente contrae un’infezione da enterococchi, può configurarsi un caso di negligenza medica.

Quando tali mancanze portano ad un peggioramento delle condizioni del paziente o, nei casi più gravi, al decesso, i familiari della vittima hanno il diritto di richiedere un risarcimento per infezioni ospedaliere da Enterococchi.

Argomenti Trattati

  1. Enterococchi e Resistenza agli Antibiotici
  2. Fattori di Rischio per le Infezioni da Enterococchi
  3. Come si Contrae l’Infezione da Enterococchi
  4. Infezioni da Enterococchi: Malattie e Sintomi
  5. Trattamento delle Infezioni da Enterococchi
  6. Conclusioni

1.Enterococchi e Resistenza agli Antibiotici

Gli enterococchi sono diventati negli ultimi anni una delle principali cause di infezioni ospedaliere. Questi microrganismi, in particolare Enterococcus faecalis ed Enterococcus faecium, sono noti per la loro capacità di adattarsi all’ambiente ospedaliero e sviluppare resistenza a diversi antibiotici, rendendo le infezioni da essi causate difficili da trattare.

La sorveglianza sull’antibiotico-resistenza dell’Istituto Superiore di Sanità (AR-ISS) ha proprio lo scopo di monitorare la resistenza agli antibiotici di alcuni batteri responsabili di gravi infezioni. I batteri monitorati includono, i cosidetti patogeni ESKAPE, acronimo formato dalle iniziali dei loro nomi : Enterococcus faecalis, Enterococcus faecium, Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae, Klebsiella pneumoniae,  Acinetobacter spp,  Pseudomonas aeruginosa e Escherichia coli.

1.1 La Crescente Resistenza agli Antibiotici

Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Sistema di Sorveglianza dell’Antibiotico-Resistenza uno degli aspetti più preoccupanti delle infezioni da enterococchi è il loro crescente livello di resistenza a numerosi antibiotici comunemente utilizzati, tra cui le cefalosporine, i sulfonamidi e gli aminoglicosidi a basse dosi. Siccome questi batteri sono naturalmente resistenti a molti di questi farmaci, può essere complicato trovare un antibiotico che sia efficace nel contrastare questi batteri anche quando l’infezione è ancora nelle fasi iniziali. Questo rende il trattamento più difficile, prolungando i tempi di guarigione e aumentando il rischio di complicazioni, soprattutto per i pazienti più fragili.

Un caso particolare riguarda la resistenza alla vancomicina, un antibiotico spesso considerato l’ultima linea di difesa contro le infezioni gravi. I ceppi di E. faecium resistenti alla vancomicina (VRE) rappresentano una sfida significativa per il sistema sanitario. Quando questi batteri diventano resistenti alla vancomicina, le opzioni di trattamento si riducono drasticamente, con conseguenze gravi per i pazienti, soprattutto quelli già immunocompromessi o ricoverati in unità di terapia intensiva. Per Enterococcus faecium continua ad osservarsi un preoccupante trend in aumento nella percentuale di isolati di resistenti alla vancomicina, che è passata dall’11,1% del 2015 al 30,7% nel 2022. (Fonte ISS).

Mentre per fortuna i dati del 2022 per E. faecalis nel nostro Paese, evidenziano una diminuzione della percentuale di resistenza agli aminoglicosidi ad alto dosaggio (gentamicina, streptomicina) (38,1%) dopo due anni successivi di aumento nel 2020 e 2021; inoltre, dai dati emerge che la resistenza alla vancomicina si è mantenuta bassa, non oltre il 2%. Per approfondire leggi l’ultimo report completo sulla A-R dell’ISS.

1.2 Meccanismi di Resistenza

Gli enterococchi hanno sviluppato diversi meccanismi di resistenza. Tra i più comuni vi è la produzione di enzimi che neutralizzano l’efficacia degli antibiotici, oltre alla capacità di modificare i bersagli degli antibiotici all’interno del loro apparato cellulare, rendendo i farmaci inefficaci. Inoltre, questi batteri possono acquisire resistenza tramite lo scambio di materiale genetico con altri batteri, anche di specie diverse, favorendo la diffusione della resistenza all’interno delle strutture sanitarie. Come descritto nell’articolo del Ministero della Salute, le infezioni nosocomiali hanno un impatto clinico ed economico rilevante nel nostro Paese e per ridurne la diffusione è necessario adottare in tutte le strutture ospedaliere rigorose misure di prevenzione e controllo che comprendono: il monitoraggio continuo della resistenza batterica, l’adozione di misure di igiene rigorose per limitare la diffusione di ceppi resistenti e l’uso appropriato degli antibiotici. L’uso eccessivo o inappropriato di antibiotici contribuisce infatti a selezionare ceppi resistenti, aggravando ancora di più il problema.

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2.Fattori di Rischio per le Infezioni da Enterococchi

I principali fattori di rischio per le infezioni da enterococchi includono:

  1. Ricovero ospedaliero prolungato: Le infezioni da enterococchi sono comuni in ambienti ospedalieri, soprattutto in reparti come terapia intensiva.
  2. Uso prolungato di cateteri: Cateteri urinari e venosi possono essere una porta d’ingresso per i batteri.
  3. Sistema immunitario compromesso: Le persone con difese immunitarie indebolite (ad esempio, pazienti oncologici, trapiantati o affetti da HIV) sono più vulnerabili alle infezioni.
  4. Interventi chirurgici recenti: Le infezioni da enterococchi possono insorgere a seguito di operazioni chirurgiche, soprattutto addominali o a carico del tratto urinario.
  5. Uso di antibiotici a lungo termine: L’uso prolungato o frequente di antibiotici può favorire la crescita di enterococchi resistenti agli antibiotici.
  6. Presenza di malattie croniche: Condizioni come diabete, malattie renali o insufficienza cardiaca aumentano il rischio di infezioni.
  7. Contatto con superfici infette: Gli enterococchi possono sopravvivere su superfici ospedaliere per lunghi periodi, aumentando il rischio di trasmissione.
  8. Nutrizione parenterale: L’alimentazione direttamente attraverso il sangue, senza passare dall’apparato digerente, può aumentare il rischio di infezioni sistemiche.

Questi fattori rendono particolarmente vulnerabili i pazienti ospedalizzati o con condizioni di salute delicate.

2.1 Esempio Clinico di Infezione da Enterococcus faecalis Post-Operatoria 

Caso Clinico

La signora Rosa F. (nome di fantasia), di 74 anni, è stata ricoverata per una colecistectomia laparoscopica a causa di colecistite acuta. L’intervento sembrava essere riuscito senza complicazioni apparenti e la paziente è stata trasferita nel reparto per il recupero post-operatorio. Tuttavia, al terzo giorno, Rosa ha manifestato febbre persistente (39°C), brividi intensi e un evidente stato di malessere. Nonostante i sintomi, l’intervento medico iniziale è stato ritardato.

Anamnesi

Dopo aver richiesto una serie di esami, i medici hanno riscontrato un’infezione da Enterococcus faecalis tramite emocultura e urinocoltura, con particolare presenza del batterio nel tratto urinario e nella ferita chirurgica. Questa infezione era probabilmente legata alla presenza del catetere urinario, che non era stato rimosso tempestivamente e la cui igiene non era stata mantenuta correttamente dal personale infermieristico.

Dopo l’inizio della terapia antibiotica, sono sorti ulteriori conseguenze: l’infezione è progredita, causando una grave batteriemia con danni al livello renale e una nuova infezione a livello della ferita chirurgica, che ha richiesto un secondo intervento per il drenaggio. Inoltre, le condizioni della paziente sono peggiorate, portandola allo sviluppo di una sepsi grave che ha necessitato di un prolungato ricovero in terapia intensiva.

Riconoscimento dei danni e richiesta di risarcimento

Al termine del ricovero, durato oltre un mese, la paziente è stata dimessa con danni permanenti alla funzionalità renale e difficoltà motorie dovute alla prolungata immobilizzazione.

I familiari hanno deciso di intraprendere un’azione legale per malasanità, supportati dal team di Aiuto Malasanità, evidenziando come:

  1. La diagnosi e l’inizio del trattamento sono stati ritardati.
  2. La gestione del catetere e della ferita chirurgica è stata inadeguata.
  3. Non è stata garantita una corretta profilassi post-operatoria, nonostante i rischi associati all’uso prolungato di dispositivi invasivi.

Dopo un processo complesso, in cui è stato dimostrato il nesso causale tra le negligenze e le conseguenze subite dal paziente, la famiglia ha ottenuto il dovuto risarcimento per coprire le spese mediche e la perdita di qualità della vita della signora Rosa.

Se anche tu o un tuo familiare avete subito danni da infezioni nosocomiali a causa di negligenza medica contattaci subito al Numero Verde 800.100.222 oppure compila il modulo online per parlare con uno dei consulenti esperti di Aiuto Malasanità.

3.Come si Contrae l’Infezione da Enterococchi

L’infezione da enterococchi può essere contratta in diversi modi e principalmente ci si infetta in ambienti ospedalieri attraverso il contatto diretto o indiretto con superfici o strumenti contaminati. Le principali modalità di trasmissione includono:

  1. Ambienti ospedalieri: Le infezioni da enterococchi sono spesso acquisite in ospedale (infezioni nosocomiali). I pazienti ricoverati in strutture sanitarie, specialmente quelli nelle unità di terapia intensiva, sono più vulnerabili, soprattutto se sottoposti a interventi chirurgici, trattamenti invasivi o uso prolungato di dispositivi medici, come cateteri venosi o urinari.
  2. Contatto con superfici contaminate: Gli enterococchi possono sopravvivere a lungo su superfici ospedaliere come letti, maniglie, attrezzature mediche o strumenti chirurgici non adeguatamente sterilizzati, e trasmettersi ai pazienti tramite il contatto.
  3. Uso di antibiotici a lungo termine: L’uso prolungato o non appropriato di antibiotici può distruggere i batteri “buoni” del corpo, permettendo agli enterococchi di proliferare e causare infezioni.
  4. Trasmissione tra pazienti e personale sanitario: Gli enterococchi possono essere trasmessi anche tramite il contatto diretto tra pazienti o tra pazienti e personale sanitario, se non vengono rispettati adeguati protocolli di igiene, come il lavaggio delle mani o l’uso di dispositivi di protezione.
  5. Flora intestinale: Gli enterococchi sono normalmente presenti nell’intestino umano come parte del microbiota. Tuttavia, in alcune condizioni, possono spostarsi e causare infezioni in altre parti del corpo, come il tratto urinario, le ferite o il sangue, soprattutto in persone con un sistema immunitario compromesso.
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3.1 Come Prevenire le Infezioni da Enterococchi in Ambito Ospedaliero

La prevenzione delle infezioni da enterococchi richiede l’adozione di misure igienico-sanitarie rigorose sia da parte del personale sanitario sia dei pazienti. Per il personale sanitario, è fondamentale rispettare i protocolli di igiene delle mani, utilizzando detergenti specifici o soluzioni alcoliche prima e dopo ogni contatto con il paziente. L’uso e la gestione dei dispositivi invasivi, come cateteri e drenaggi, devono seguire scrupolosamente le linee guida per ridurre il rischio di contaminazione. I pazienti ed i familiari possono contribuire alla prevenzione richiedendo informazioni sulla corretta igiene delle ferite chirurgiche e dei dispositivi, oltre a segnalare tempestivamente eventuali sintomi sospetti, come febbre o dolore localizzato. Anche l’adozione di protocolli per ridurre la durata di utilizzo dei dispositivi invasivi e l’uso appropriato degli antibiotici contribuiscono in modo significativo a prevenire le infezioni resistenti, come quelle da enterococco. 

4.Infezioni da Enterococchi: Malattie e Sintomi

Le infezioni da enterococchi possono essere associate a diverse malattie, molte delle quali sono particolarmente gravi nei pazienti ospedalizzati o con un sistema immunitario compromesso. 

4.1 Principali Malattie Correlate ad Infezioni da Enterococchi

Queste malattie sono particolarmente pericolose per i pazienti fragili o immunocompromessi, rendendo le infezioni da enterococchi una seria minaccia nell’ambiente ospedaliero. Tra le principali malattie ci sono:

  1. Infezioni del tratto urinario: Queste infezioni sono comuni, soprattutto in pazienti che utilizzano cateteri urinari a lungo termine o che hanno subito interventi chirurgici nel tratto urinario.
  2. Endocardite: è un’infiammazione del rivestimento interno del cuore e delle valvole, che può essere causata da enterococchi che entrano nel flusso sanguigno e si depositano nel cuore, portando a gravi complicazioni cardiache.
  3. Batteriemia (setticemia): Si verifica quando i batteri entrano nel sangue, diffondendosi in tutto il corpo. Questa condizione può portare a sepsi, una risposta infiammatoria generalizzata che può risultare fatale.
  4. Infezioni da catetere: Gli enterococchi possono infettare i dispositivi medici come cateteri venosi centrali, causando infezioni che possono complicarsi in sepsi o infezioni locali gravi.
  5. Infezioni delle ferite chirurgiche: Queste infezioni si manifestano quando gli enterococchi contaminano una ferita chirurgica, prolungando il processo di guarigione e aumentando il rischio di complicazioni post-operatorie.
  6. Infezioni intra-addominali e pelviche: Gli enterococchi possono causare infezioni come la peritonite (infiammazione del rivestimento interno dell’addome) o ascessi intra-addominali, soprattutto dopo interventi chirurgici addominali o in presenza di perforazioni intestinali.
  7. Ascessi: Gli enterococchi possono causare la formazione di ascessi in diverse parti del corpo, inclusi organi interni e tessuti molli.
  8. Meningite: In rari casi, soprattutto nei pazienti con gravi compromissioni del sistema immunitario, gli enterococchi possono causare infezioni del sistema nervoso centrale, come la meningite, che è l’infiammazione delle membrane che circondano il cervello e il midollo spinale.

4.2 Sintomi di Infezioni da Enterococchi

I sintomi di un’infezione da enterococchi variano a seconda della parte del corpo interessato e del tipo di infezione. Tuttavia, i sintomi più comuni includono:

  1. Febbre e brividi: Sintomi generali di un’infezione, spesso accompagnati da malessere generale.
  2. Dolori addominali: In caso di infezioni intra-addominali o pelviche, possono verificarsi dolori localizzati nell’addome.
  3. Aumento della frequenza urinaria e dolore durante la minzione: Questi sintomi sono tipici delle infezioni del tratto urinario, spesso associati a enterococchi.
  4. Nausea, vomito e diarrea: possono verificarsi quando l’infezione coinvolge il tratto intestinale o è sistemica.
  5. Ipotensione: Pressione sanguigna bassa, che può verificarsi in caso di batteriemia o sepsi, condizione grave in cui i batteri entrano nel flusso sanguigno.
  6. Respirazione accelerata: Un sintomo che può essere legato alla risposta del corpo a una contagio grave, come la sepsi.
  7. Segni di infezione della ferita: In caso di ferite chirurgiche, si possono osservare arrossamento, gonfiore, dolore e presenza di pus.
  8. Dolori articolari o muscolari: possono essere associati a infezioni sistemiche come la batteriemia o l’endocardite.
  9. Sintomi specifici di endocardite: Oltre alla febbre e alla stanchezza, l’endocardite può causare dolore toracico, soffio al cuore e difficoltà respiratorie.
  10. Sintomi neurologici: In rari casi di meningite causata da enterococchi, si possono riscontrare mal di testa, rigidità del collo, sensibilità alla luce, confusione o convulsioni.

È importante sottolineare che, essendo le infezioni da enterococchi più comuni in pazienti ospedalizzati e immunocompromessi, questi sintomi possono essere più gravi e difficili da identificare in individui già affetti da altre patologie. Se sospetti che tu o un tuo caro siete stati vittima di infezioni ospedaliere da Enterococchi contatta subito Aiuto Malasanità al Numero Verde 800.100.222 o compila il modulo per una consulenza gratuita e senza impegno, potrai parlare con i nostri consulenti esperti in responsabilità medica e verificare se nel tuo caso è possibile ottenere un risarcimento legale per il danno che hai subito.

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5.Trattamento delle Infezioni da Enterococchi

La cura di un’infezione da enterococchi dipende dal tipo di infezione, dalla gravità e, soprattutto, dalla resistenza del ceppo batterico agli antibiotici. A causa della crescente resistenza degli enterococchi a molti antibiotici comuni, il trattamento deve essere personalizzato. Ecco i principali approcci:

1. Antibiotici:

  • Penicillina e ampicillina: Sono generalmente considerate efficaci contro molti ceppi di enterococchi, in particolare contro Enterococcus faecalis. La scelta di questi antibiotici dipende dal risultato dei test di sensibilità.
  • Vancomicina: Utilizzata nei casi di enterococchi resistenti agli altri antibiotici, come Enterococcus faecium. Tuttavia, il problema crescente è la comparsa di ceppi resistenti alla vancomicina (VRE – Enterococchi resistenti alla vancomicina), che rendono il trattamento più complesso.
  • Aminoglicosidi: Gli antibiotici come la gentamicina o la streptomicina possono essere utilizzati in combinazione con penicillina o glicopeptidi (come la vancomicina) per creare un effetto sinergico, che potenzia l’efficacia del trattamento. Tuttavia, questa combinazione funziona solo se il ceppo batterico non presenta resistenza agli aminoglicosidi.

2. Terapie combinate:

In alcuni casi, per superare la resistenza agli antibiotici, vengono utilizzate terapie che combinano più antibiotici, come l’uso di penicillina o vancomicina insieme ad un aminoglicoside. Questo approccio può migliorare l’efficacia del trattamento, ma deve essere scelto con attenzione dopo aver eseguito i test di sensibilità del batterio.

3. Nuovi antibiotici per VRE:

Nel caso di enterococchi resistenti alla vancomicina, possono essere utilizzati farmaci più recenti, come la linezolid e la daptomicina, che si sono dimostrati efficaci contro i ceppi resistenti. Tuttavia, anche questi antibiotici devono essere usati con cautela per evitare lo sviluppo di ulteriori resistenze.

4. Rimozione dei dispositivi medici:

Se l’infezione è associata a un catetere, un impianto o un altro dispositivo medico, è spesso necessario rimuovere il dispositivo infetto per controllare l’infezione. Questo è particolarmente importante nelle infezioni da catetere o infezioni a seguito di interventi chirurgici.

5. Gestione delle complicazioni:

  • Se l’infezione ha causato complicazioni gravi, come ascessi o endocardite, potrebbe essere necessario un trattamento aggiuntivo. Ad esempio, gli ascessi intra-addominali possono richiedere il drenaggio chirurgico.
  • Nei casi di endocardite, può essere necessaria una terapia antibiotica prolungata (spesso di diverse settimane) e, in alcuni casi, può essere richiesto un intervento chirurgico per sostituire una valvola cardiaca danneggiata.

Dopo il trattamento iniziale, è fondamentale un attento monitoraggio del paziente per verificare l’efficacia della terapia e prevenire le ricadute. I pazienti immunocompromessi o con malattie croniche potrebbero avere bisogno di cure più intense e prolungate.

6.Conclusioni

Le infezioni ospedaliere da enterococchi rappresentano un rischio significativo per i pazienti, soprattutto a causa della crescente resistenza agli antibiotici che rende queste infezioni difficili da trattare. Quando le strutture sanitarie non adottano protocolli rigorosi di prevenzione, i pazienti possono subire gravi conseguenze, fino alla perdita della vita. In questi casi, è possibile richiedere un risarcimento per i danni subiti.

Se tu o un tuo caro avete contratto un’infezione ospedaliera da enterococchi, potrebbe esserci stato un errore medico. Non esitare a contattare Aiuto Malasanità per una consulenza gratuita e senza impegno. I nostri esperti in responsabilità medica ti guideranno per capire se hai diritto ad un risarcimento. Chiama il Numero Verde 800.100.222 o compila il nostro modulo online per ottenere il supporto di cui hai bisogno.

Le informazioni contenute in questo articolo sono di carattere generale e non intendono in alcun modo sostituire il consiglio di un medico. In caso di sintomi o problemi di salute, è sempre opportuno consultare il proprio medico o rivolgersi al pronto soccorso più vicino.

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